Educazione Biocentrica

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Educazione Biocentrica

Rolando Toro ci accompagna in una riflessione sui valori essenziali della vita, sulla donna, la sacralità della vita e il principio biocentrico.

E’ la prima parte dell’intervista rilasciata da Rolando Toro alla rivista cilena “Uno Mismo”- otra forma de vivir – n°147, la seconda e ultima parte sarà pubblicata nel prossimo post.

Educare alla vita.

autore: Prof. Rolando Toro Araneda 
“La sottile discriminazione verso la donna che esiste nella nostra civilizzazione si basa su un fatto paradossale: le si riconosce la sua funzione maternale, generatrice della vita, e la sua capacità nutritiva. Le si riconosce anche la sua capacità espressiva e l’incanto erotico. Queste qualità sono reali ed irrinunciabili. Ciò nonostante ci sono due aspetti essenziali che, frequentemente, sono ignorati e non assunti: la donna è la persona che trasmette valori e modelli di vita, dando la continuità alla cultura affettiva del gruppo. Un’altra facoltà della donna, in genere ignorata, è la sua funzione spirituale, la dimensione trascendente che si manifesta per il solo fatto di essere portatrice dell’anima.

In una incisione medioevale presentato da Carl Jung, appare la donna, dea della natura, che occupa tutto lo spazio dell’universo; lei comunica con l’uomo, che è al centro, attraverso  una catena sostenuta nella sua mano sinistra, mentre con la sua mano destra si connette con la mano di Dio. Simbolicamente, l’uomo potrebbe solo raggiungere la trascendenza attraverso la donna-natura.

Voglio esaminare la figura della donna nel post-patriarcato, la sfida per invertire il processo di distruzione del pianeta e la demenza bellica.

Nel terzo millennio, le donne dovranno realizzare cambiamenti molto più profondi di quelli successi in altre epoche. Perché la donna? Che tipo di cambiamenti?

Nel nostro tempo, la donna sta recuperando la sua identità profonda e sta avendo successo in questo proposito. Sul piano inconscio, individuale e archetipico, lei sta re-incontrando la sua immagine mitica, rappresentata dal più femminile dei miti: Demetra e sua figlia Persefone.

La sacralità della vita è stata legata, frequentemente, alle religioni matricentriche. Ricerche archeologiche attuali confermano che da più di 25.000 anni sono esistite civiltà matrilineari in Europa, che si fondavano nel vincolo esistente fra la fecondità e il sacro.

La donna arcaica è colei che dà la vita e il nutrimento. Però non è solo la matrice della vita, se non nel mito, è la dea della natura e della spiritualità. La dea degli animali, delle piante, delle acque e della terra. Secondo la Dottoressa in fisica “Rose Marie Muraro”, la donna possiede il potere biologico; la sua missione è conservare e proteggere la vita, ma questa missione le fu strappata.

Nei gruppi matricentrici dell’antichità, l’associazione fra uomini e donne non includeva la trasmissione del potere. C’era   maggiore libertà sessuale per le donne, e non si producevano guerre.

La famosa antropologa Riane Eisler ha riconosciuto l’avvento di un modello di convivenza, in sostituzione dei modelli maschilisti – femministi. Questa nuova forma di relazione sarà, secondo lei, la forma di scongiurare il collasso dell’anima e l’estinzione della specie.

La sfida che dovrà affrontare la donna, nel futuro, consisterà nell’ indurre una trasformazione radicale della mentalità a favore delle relazioni umane.

Gli attuali intenti per ottenere la pace sono stati insufficienti. Né i congressi per la pace, né l’intervento internazionale per conciliare i popoli in conflitto, né l’influenza delle religioni, hanno ottenuto di eliminare la violenza del nostro pianeta.

Mutazione psicologica
Siamo coscienti, per la prima volta nella storia, che viviamo in una civilizzazione malata. Se persistiamo nella guerra, pensando che l’essere umano è per natura violento ed assassino non c’è speranza per l’umanità. Se continuiamo con la folle distruzione ecologica, se rimaniamo nella ingiustizia e nella discriminazione che riduce i popoli alla fame e al marasma, non abbiamo nessuna possibilità di sopravvivere.

Studi della NASA hanno rilevato che rovesciamo annualmente ottocentomila milioni di monossido di carbonio negli strati superiori dell’atmosfera. Questo è solo un esempio della nostra incoscienza.

Nel ventesimo secolo sono successe due grandi guerre mondiali che hanno incluso l’olocausto e la distruzione di città indifese, con tutti i suoi abitanti, mediante bombe atomiche; inoltre il mondo conobbe più di 180 guerre locali con migliaia di morti. Tutte queste azioni sono state giustificate dal relativismo etico. Con ragionamenti intelligenti, il relativismo etico giustifica l’infamia ed il genocidio. Tutti i giorni, vediamo, che il sangue e la sofferenza degli altri non hanno valore quando in mezzo ci sono l’ideologia e l’odio.

E’ necessario che gli esseri umani imparino a vedere nell’altro un simile e non un oppressore.

Il cambiamento necessario avverrà attraverso  una mutazione psicologica di ordine mondiale (e affinché possiamo sopravvivere dovranno passare due o tre generazioni. Questa è l’opinione di sociologi e antropologi)”

Salto quantico? Transtasi?….Rolando continua e scrive

Poteri Arcaici
Logicamente, il cambio non può essere ideologico o deontologico. Quello che deve cambiare è la struttura affettiva del genere umano. Questo significa niente di meno che cambiare il fatalismo storico.

Recentemente, una nuova rivoluzione silenziosa sta invadendo il mondo maschile. La donna si è trasformata in una forza evolutiva. Questo cambio, generato dall’avvento della tecnologia avanzata, sta producendo una modificazione psichica nell’umanità, nella quale si reinterpretano i poteri arcaici della donna e appare lentamente l’espansione spirituale, la coscienza etica e la sacralità della vita.

Le società attuali sono complessi sistemi adattativi,i cui cambi sono straordinariamente veloci. Per questa ragione, dobbiamo entrare in uno stato di massima allerta e partecipare, con azioni concrete, nell’atto supremo per la sopravvivenza della specie.

Ognuno di noi deve essere la coscienza viva della nostra epoca. Dobbiamo recuperare la sacralità della vita che ci fu tra i popoli visionari, tra i sciamani, i pensatori e gli artisti che cercarono il paradiso in terra, come Spinoza, Aldous Huxley, Henri Rousseau, Albert Schweitzer, Albert Hofmann, Pablo Neruda e tanti altri. Tra gli educatori, Roura Parella, con La educazione per la pienezza umana.

Educare intorno alla vita 
La proposta che ho formulato, e che già si diffonde a livello mondiale nei paesi del Sud America, Europa, Africa del sud e Giappone, è l’educazione biocentrica.

L’educazione attuale, intellettualista e tecnologica, non ha nessun riferimento esistenziale e conduce alla perdita di senso e alla banalità. L’educazione biocentrica consiste nel mettere al centro di tutte le attività educazionali la vita. La vita deve essere il centro teorico e metodologico dell’educazione. Questo significa trasformare gli obbiettivi attuali delle distinte tendenze educazionali nell’obbiettivo assoluto: la coscienza etica, la gioia di vivere e l’amore.

L’integrazione dell’intelligenza concettuale con l’affettività è l’aspetto centrale di questa proposta.

La nuova visione dell’essere umano si fa largo nel mezzo della totale insufficienza affettiva dei capi politici.

Ecco un breve elenco delle avanguardie intellettuali che promuovono il cambio di paradigma:

    * Martin Buber, trovò la formula della comunione e della compassione quando propose il noi sostituzione dell’io.    * Michel Odent, con “La nascita dell’uomo ecologico”.    * Renè Spitz, nella sua ricerca “L’amore ed il contatto come fattore centrale della sopravvivenza nei bambini”.    * Maffesoli, con “Una sociologia del contatto della prossimità”.    * Dean Ornish, con le sue ricerche su “Amore e sopravvivenza”.    * Francisco Varela, con il suo “Esame epistemologicodell’empatia”.    * Rita Levi-Montalcini, con “L’incorporazione della donna nella scienza e nella costruzione di un nuovo mondo”    * Yehudi Menuhin, con “Il modello musicale nell’educazione e nella convivenza sensibile”.

La dimensione affettiva

Uno sguardo obbiettivo alla storia del secolo XX ci rivela una condizione conflittuale: da un lato, un progresso tecnologico e scientifico di straordinaria grandezza; dall’altro una decadenza affettiva che ci mostra ostentatamente il nostro lato miserabile.

Viviamo in un contesto di violenza globale: violenza nelle case, violenza a scuola , violenza nel mondo del lavoro, violenza urbana, violenza politico-sociale, violenza etnica e religiosa. L’umanità soffre di una tragica dissociazione tra intelligenza e affettività. La disorganizzazione affettiva ci conduce alla autodistruzione.

La maggioranza degli educatori, ed anche degli psicologi, non capisce è che l’apprendimento, la creatività e la qualità di vita scaturiscono da una fonte comune: l’affettività. Per questa ragione risulta essenziale comprendere il concetto di intelligenza affettiva come fondamento dell’educazione.

I sistemi educativi debbono essere profondamente modificati in tutto il mondo per poter cambiare il corso delle violenze istituzionalizzate.

Questo cambio deve cominciare con l’applicazione del principio biocentrico nell’educazione, nella politica, nella giurisprudenza, nell’economia e nella medicina. Questo cambio deve iniziare nelle scuole con l’integrazione dell’affettività nel bambino.

L’educazione è inconcepibile senza il fondamento affettivo. L’intelligenza concettuale ha le sue radici nell’affettività. Se l’educazione non introduce la dimensione affettiva come fattore essenziale nella metodologia, tutta la sua attività risulterà banale e distruttiva.

L’educazione dell’affettività deve cominciare nella prima infanzia, includendo i genitori. Un adulto che non ha raggiunto in sé una struttura affettiva profonda durante l’infanzia è un potenziale distruttore, anche se ha a sua disposizione tutta la tecnologia più avanzata.

Penso che l’umanità non ha speranze di sopravvivere creando automi con identità nazionale o esperti professionisti se non coltiva l’empatia, il senso profondo di identificazione pcon gli altri esseri umani.

Per questa ragione, sto proponendo l’inserimento di biodanza come “mediazione” nei programmi di educazione, una tecnica che stimola l’affettività e la coscienza etica. Questo approccio dovrebbe applicarsi in tutte le scuole del mondo.

Prof. Rolando Toro Araneda

Prima parte dell’intervista a Rolando Toro.
Dalla rivista “Uno Mismo”- otra forma de vivir – n°147; Traduzione a cura della Segreteria di Biodanza Italia Marzo 2009

By | 2018-02-19T17:09:47+00:00 settembre 17th, 2012|Blog, Educazione Biocentrica, Rolando Toro|Commenti disabilitati su Educazione Biocentrica

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